Questa volta mi sono concessa una visita reale in un giorno qualunque della settimana presentandomi all’orario di apertura. Vi garantisco che è stato un viaggio meraviglioso alla scoperta di una delle magnificenze sabaude: la Palazzina di Caccia di Stupinigi
Per avere qualche cenno storico sulla residenza, vi invito a leggere il mio precedente articolo Residenze Sabaude: La Corona di Delizie
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI: PERCORSO MUSEALE
All’uscita della tangenziale di Stupinigi si imbocca un lungo viale alberato, lo stesso che la famiglia Savoia percorreva da Palazzo Reale, in carrozza, per raggiungere la residenza di caccia. Si viene subito colpiti dalla grandiosità della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

Questo è il preludio di un percorso museale che, di sala in sala, lascia il visitatore senza fiato.
Si parte dalle Antiche Scuderie Juvarriane che, in origine, funzionavano come rimessa per le carrozze e stalli di legno per i cavalli.
Oggi, invece, ospita l’emblema della palazzina: il cervo. La scultura, in bronzo, rame e foglia d’oro, è stata realizzata nel 1766 e collocata, originariamente, sulla cupola del corpo centrale. Ma a seguito dei recenti interventi di restauro si è deciso di collocarla all’interno delle scuderie e, sul tetto del corpo centrale dell’edificio, è stata realizzata una copia.

Il percorso prosegue passando dalla biblioteca reale dove spiccano diversi ritratti dei bambini di casa Savoia (vestiti fino ai cinque anni con abiti lunghi e cuffietta, indipendentemente dal sesso, per poi passare, dall’età di sei anni, alla divisa militare da parata con la spada). Si arriva successivamente in uno degli ambienti più suggestivi, la Sala da Gioco, che nel ‘700 aveva la funzione di sala da musica, grazie all’ottima acustica che permetteva la diffusione nei salottini vicini. Ma, con il tempo, fu adibita a sala da gioco per lo svago della corte.


Si prosegue per la sala da pranzo, la sala degli specchi e l’affascinante gabinetto cinese la cui caratteristica principale è la tappezzeria di carta dipinta a tempera che raffigura la vita e i costumi popolari dell’antica Cina.

Subito dopo si trova la scenografica sala delle prospettive con pitture monocromatiche di scene di rovine classiche sulle pareti e la volta dipinta con una prospettiva illusionistica.

In seguito si passa per la camera da letto caratterizzata dal tipico letto a baldacchino e da mobili di una bellezza inestimabile, opere di Pietro Piffetti, il più famoso ebanista dell’epoca.



Passando dal salotto, completamente impreziosito da arredi in stile neoclassico, si arriva all’anticamera dell’Appartamento del Duca Chiablese caratterizzata dai grandi dipinti a parete. La curiosità di queste enormi opere è data dal fatto che siano i cartoni preparatori per gli arazzi.

PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI: IL CERIMONIALE DI CACCIA
Passando per la Galleria di Levante si arriva alla Sala degli Scudieri che, personalmente, trovo sia una delle sale più belle e significative del complesso. Al suo interno sono esposte una serie di dipinti con la rappresentazione del cerimoniale della caccia al cervo.
Il pittore Vittorio Amedeo Cignaroli è riuscito a realizzare, con massima fedeltà e precisione, l’intero apparato del cerimoniale di caccia, le uniformi, i luoghi e le armi.
Nel primo quadro si vede raffigurato, sullo sfondo, la Palazzina di Caccia dí Stupinigi e, lungo il viale, la partenza del gran corteo per la caccia al cervo. Partecipavano oltre 200 persone, un centinaio di cavalli e altrettanti cani. Erano presenti piccole carrozze a due posti per dame e nobildonne, valletti con grandi corni a tracolla e, persino, una carrozza vuota per il Re (nel caso si sentisse male durante la battuta di caccia) con un medico, un chirurgo e il priore.

Il secondo quadro illustra l’avvistamento del cervo, con i cacciatori che suonano i corni e i cani che venivano sciolti per iniziare l’inseguimento.

Nel terzo quadro avviene il momento cruciale. Il cervo che viene spinto nelle acque del torrente e i cani che iniziano l’attacco.

Nel quarto ed ultimo quadro avviene la fase finale della caccia. Il cervo, ormai abbattuto, veniva portato via a suon di fanfara.

Questa tipologia di caccia veniva chiamata Chasse à courre (la caccia con i segugi), in pieno stile francese, ed il cerimoniale durava all’incirca quattro ore.
La stagione di caccia, a Stupinigi, cominciava verso settembre e trovava la sua massima espressione nella giornata del 3 novembre con la grande caccia di Sant’Umberto.
Inutile ammettere che la pianura piemontese si prestava benissimo all’arte venatoria, grazie al territorio ricco di boschi, corsi d’acqua e selvaggina.
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI: IL GRAN SALONE
Passiamo, infine, all’ultima grande e maestosa sala a pianta circolare, il cuore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Gran Salone, opera dell’architetto Filippo Juvarra.
Aveva progettato questo ambiente non solo come luogo di ritrovo, prima e dopo le battute di caccia, ma come un raffinato ambiente per le cerimonie e feste di corte. Nella balconata in alto, infatti, aveva previsto lo spazio per l’orchestra.
Al centro del salone è presente un enorme lampadario di cristallo di Boemia, portato a a Stupinigi alla fine del Settecento, in occasione delle nozze fra Maria Teresa di Savoia e il conte Carlo Filippo d’Artois (fratello del Re di Francia).

Con questo articolo spero di avervi incuriosito e, al contempo, affascinato. La Palazzina di Caccia di Stupinigi è una delle residenze sabaude ricche di arte e storia, molto ben tenuta e restaurata. Assolutamente da visitare!