Prima di approdare in terra pugliese il polpo l’avevo visto solamente con il binocolo!!! E non sto scherzando… qualsiasi persona vicino a me, tra amici a parenti, vi possono raccontare quanto io ero profondamente impressionata dalla vista del polpo. Quei dannati tentacoli non li potevo vedere che mi prendeva un brivido assurdo alla spina dorsale.
Poi avvenne il miracolo, direbbe qualcuno!!!
Mi trovavo al porticciolo di Palese, la cittadina dove abbiamo la casa, con l’idea di dedicarmi alla mia passeggiata mattutina sul lungomare e poi un po’ di sole distesa sugli scogli. Ma vengo attratta da un rumore, a me sconosciuto, e comincio a guardarmi intorno. Finché il mio sguardo non incrocia uno dei pochi pescatore alle prese con la battitura del polpo contro la roccia. La curiosità regna sovrana in me e decido addirittura di avvicinarmi e scambiare quattro chiacchiere.
IN PUGLIA: VITA DA PESCATORE
Direi che il gruppo di pescatori mi presero in simpatia, pur trovando le mie domande forse bizzarre.
Hanno iniziato a spiegarmi della loro vita da pescatori sin da quando erano bambini, un attività che si tramanda di padre in figlio da generazioni, la vita in mare dove la notte si esce sperando in una pesca fruttuosa e si rientra solamente alle prime luci dell’alba per preparare il pescato da vendere, principalmente, ai ristoratori e commercianti.
Ma la cosa più curiosa per me è stata il racconto dell’antico rito che custodiscono i pescatori pugliesi, la lavorazione del polpo. Si inizia con la sbattitura, in maniera così folcloristica ai miei occhi ma sicuramente parecchio faticosa per le loro braccia. Successivamente avviene la battitura con una paletta di legno piatta e, infine, lo strofinamento del polpo su uno scoglio e, contemporaneamente, l’agitazione in acqua di mare dove si crea una specie di schiuma creata dal polpo stesso. Tutto questo per sfibrare e rendere più morbida la sua carne!!!
Dopo così tanto coinvolgimento l’unica cosa che rimaneva da fare era assolutamente acquistare uno di quei polpi freschi appena pescati… non mi sarebbe mai più capitata un occasione del genere e finalmente, direte voi, ho avuto il privilegio di assaggiarlo.
L’effetto finale?! A pranzo insalata di polpo e patate e l’indomani a cena polpo al sugo con olive e chilate di pane… che meraviglia per il mio palato!!! Cosa mi sono persa in tutti questi anni!
Nei giorni successivi, a Polignano a Mare, ho mangiato anche il panino con il polpo fritto da Pescaria di cui vi parlo in questo articolo. Che soddisfazione!
Voi, invece, avete mai assistito alla lavorazione del polpo?! In quale modo lo cucinate solitamente?? Vi aspetto nei commenti!